Fondazione Bonicelli Reggio Pederzani

Fondazione
Bonicelli Reggio Pederzani

Un luogo per l'accoglienzae l'educazione

“Nomino erede la Congrega della Carità Apostolica con l’onere di costituire una fondazione… [che] avrà per scopo di provvedere al sostegno, in Brescia e provincia, dei familiari … che assistono gli ammalati mentali, con diagnosi medica accertata”: con queste parole si dà vita alla nona fondazione amministrata dal Sodalizio.

9,6 milioni per i familiari delle persone con disagio psichico sono la dote della fondazione intitolata ai coniugi Daniele Bonicelli Reggio e Eva Pederzani.

La Fondazione Bonicelli Reggio-Pederzani, il cui fine statutario è per volere della Signora Eva Pederzani il sostegno dei familiari (intendendosi per tali il coniuge, i figli, i genitori e i fratelli) che assistono gli ammalati mentali con diagnosi medica accertata (art. 3 Statuto), è l’ultima nata tra le amministrate della Congrega della Carità Apostolica. A seguito del riconoscimento giuridico del 23 maggio 2018, la Commissione Direttiva, composta da cinque Confratelli del Sodalizio, ha iniziato un percorso fatto di incontri con associazioni, istituzioni e persone operanti nel campo della malattia mentale quale presupposto delle Linee guida e del programma di attività approvati il 15 novembre 2018.

Accanto a questo ingente lascito, la signora Pederzani ha disposto alcuni legati.Tra i beneficiari ricordiamo la Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi di Chiari, le parrocchie di Sant’Afra e San Giuseppe Lavoratore in città per la gestione della scuola materna “Sandro Bonicelli”, il Dormitorio San Vincenzo de Paoli e l’Associazione Nazionale Alpini. Prima di lei il marito  ̶  scomparso nel 2003  ̶  attribuì alcune proprietà immobiliari alla Congrega stessa e alla cooperativa Nikolajewka.In tali destinazioni si completa così il quadro dei molteplici interessi e dei legami personali e familiari che hanno portato i coniugi Bonicelli Reggio a ricordare i luoghi e le realtà più care.

Con vera intuizione caritativa, rivolta soprattutto alla famiglia, la nuova fondazione schiude alla Congrega un ambito di intervento in passato lambito solo incidentalmente. Intercettare queste sofferenze e le povertà correlate richiede innanzitutto un arricchente confronto con la realtà locale, secondo la tradizione più antica del Sodalizio. Numerose sono le trasformazioni e le conquiste in tema di dignità della persona nel campo del disagio psichico. Basti pensare che, in meno di 100 anni, si è passati dalla custodia in manicomio e nell’ospedale psichiatrico ad un approccio che prevede azioni di valutazione, cura e riabilitazione con il fine di prospettare la vita in autonomia. Molto è offerto dai servizi pubblici territoriali. Nella famiglia si giocano però le dinamiche fondamentali, con delicati equilibri di accudimento e relazione e ricorrenti bisogni di aiuto e sollievo. Purtroppo è ancora presente il rischio che in molte case si celino veri e propri “manicomi domestici”, che si palesano nei momenti di crisi.

Porsi in dialogo con gli operatori, le famiglie e i diversi attori del contesto è il modo più adeguato per avviare il cammino della nuova fondazione e onorare doverosamente nel tempo quella che, secondo gli amici più stretti, viene ormai indicata come “la scelta di Eva”.

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